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Coraggio: tre ingredienti per tradurlo in musica

Cos’è il coraggio?

La parola coraggio deriva dal latino coratĭcum o cor habeo, derivante dalla parola composta cŏr, cŏrdis cuore e dal verbo habere avere: avere cuore. Quindi il coraggio anche nelle sue radici verbali possiede dentro di sé il cuore, il valore, che diventa il motivo per affrontare ciò che temiamo o la sofferenza.

Il coraggio ci prepara ad affrontare una sofferenza che consegue una nostra scelta.

Spesso si pensa al coraggio immaginando un impavido eroe pronto ad affrontare una battaglia, pieno di energia e che esprime sicurezza di sé. Ma non è proprio così, questo scenario funziona nei momenti eroici dei film epici, ma è ben distante dalla realtà, in cui spesso ci serve il coraggio per fare azioni apparentemente più banali, come una telefonata, iscriversi a un concorso o dire di no a un amico.

  • Pensa alla tua quotidianità, dove sei bloccato?
  • Cosa vorresti fare e poi procrastini scrollando instagram o facendo altro?
  • In quali situazioni relazionali scomode ti ritrovi e non riesci a cambiare?

In tutte queste situazioni la chiave per uscirne è il coraggio, il sentimento che nasce dal prendere contatto coi valori e dallo scegliere deliberatamente di muoversi nella direzione che comporterà un qualche tipo di sofferenza.

Gli ingredienti del coraggio

Questo è in qualche modo confermato anche dalla letteratura psicologica sul coraggio. Gli ingredienti del coraggio sono:

  • La presenza di una minaccia: senza paura non può esserci coraggio
  • La connessione con un valore per cui vale la pena rischiare.
  • La libertà di scegliere quello che si sta facendo.

Minaccia

Riguardo alla presenza di una minaccia, chiaramente nessuno di noi abitualmente affronta tigri, nemici inferociti o situazioni drammatiche che mettono a repentaglio la vita o l’incolumità fisica. Certo, può capitare, ma non è la quotidianità. Quindi, perché non riusciamo a prendere un appuntamento o a dire di no a un amico? Dove sta la minaccia?

La minaccia sta di solito o nella paura che non sopporteremo le sensazioni fisiche e le emozioni che emergeranno (ad esempio temiamo che sarà insopportabile l’ansia, o che non reggeremo all’impatto emotivo derivante dall’affrontare una certa situazione e impazziremo), oppure dalla paura che verrà intaccata l’immagine che abbiamo di noi stessi e, di conseguenza, saremo rifiutati.

Così, un po’ per la paura di non reggere, un po’ per la paura del rifiuto, manteniamo vecchi schemi e ci blocchiamo.

Valore e dolore

Ma il coraggio ci invita a fare qualcosa di diverso, vale a dire a ricontattare ciò che è davvero importante, i nostri valori, con dolcezza, affetto. Ricontattare il valore e la consapevolezza che quel valore è minacciato, significa contattare anche il dolore. In questa fase una nuova calma, calda, profonda, inizia a gestire la paura, regolandola, gestendola.

Aprirci alla vulnerabilità e scegliere

Dopo aver contattato il valore, non ci rimane che scegliere e agire. E per farlo abbiamo bisogno di darci il permesso di essere vulnerabili, di poter essere feriti, da un giudizio (spesso nostro), da un’emozione, dalla fatica. Più ci concediamo di essere vulnerabili, più siamo liberi di camminare nel campo minato di pensieri ed emozioni che sta tra noi e ciò che è importante per noi.

Nel momento in cui ci rendiamo vulnerabili non possiamo più essere feriti e contattiamo un nuovo senso di forza.

 

Il cuore alla radice della parola coraggio quindi risiede sia in ciò che ci motiva e che ci dà energia, che in ciò che ci aiuta a stare in presenza di questi pensieri, sensazioni fisiche ed emozioni spiacevoli che incontreremo muovendoci nella direzione che abbiamo scelto. Per stare col dolore dobbiamo aprirci a esso con estrema dolcezza.

Il coraggio è stare con quello che c’è, aprirci un respiro alla volta, lentamente e lasciare che l’incertezza e la paura ci attraversino e poi, con un sorriso e con dolcezza, fare un passo verso ciò che è importante.

Coraggio e Obliviate: dalla psicologia all’armonia

In Obliviate di Desplat, dal film Harry Potter, questi tre ingredienti del coraggio sono tradotti perfettamente in musica. In un gioco di timbri, armonie e melodie, Deplat riesce, a partire dalla tensione, a portarci ad agire, mettendoci a contatto col dolore e la dolcezza e trasformandole in forza.

Guarda il video per capire come tradurre i tre ingredienti del coraggio in musica.

[1] Gallagher, M. W., Lopez, S. J., & Snyder, C. R. (2019). The future of positive psychological assessment: Making a difference.

 

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