Musica e Spiritualità
In tutto il mondo, da tempi immemorabili, la musica ha svolto un ruolo fondamentale nei contesti religiosi e sacri, connettendo gli individui con il divino attraverso il potere dei suoni. Attraverso secoli di pratica e devozione, le varie tradizioni spirituali hanno utilizzato la musica come un ponte per raggiungere l’ineffabile e trasmettere messaggi di fede, trascendenza e speranza.
L’esplorazione dell’uso della musica nei contesti religiosi rivela un’ampia gamma di espressioni sonore, ciascuna con il proprio significato e scopo. Dalle melodie sacre intonate nei templi buddisti alla maestosità dei cori nelle cattedrali cristiane, la musica ha il potere di trasportare i fedeli in uno stato simile alla trance, permettendo loro di sperimentare una connessione più profonda con il divino.
Uno dei modi più emblematici in cui la musica è stata utilizzata nella pratica religiosa è attraverso il canto dei salmi. Studi condotti da Welch e Lim (2017) hanno evidenziato il ruolo significativo del canto dei salmi nella promozione di una sensazione di comunione tra i fedeli e nell’incoraggiare la riflessione spirituale. Questa pratica antica non solo unisce le comunità di fede, ma offre anche un’opportunità per esprimere gratitudine attraverso il linguaggio universale della musica.
Ma l’uso della musica nei contesti religiosi va oltre il canto congregazionale. In molte tradizioni, strumenti musicali come la cetra, il tamburo e il flauto sono stati considerati veicoli per la trasmissione di messaggi spirituali e la creazione di atmosfere sacre. La ricerca di Clayton e colleghi (2019) ha dimostrato che l’uso rituale degli strumenti musicali può influenzare lo stato emotivo e psicologico dei partecipanti, facilitando esperienze di trance e di connessione con il spirituale.
Non sorprende, quindi, che la musica abbia svolto e svolga tuttora un ruolo centrale anche nelle pratiche di meditazione e preghiera. Studi condotti da Dingle e colleghi (2019) hanno rilevato che l’ascolto di musica religiosa può promuovere sentimenti di pace interiore e benessere psicologico, offrendo un’ancora di tranquillità nei momenti di tensione e ansia.
Inoltre, la musica sacra non è limitata alle grandi cerimonie e alle celebrazioni pubbliche. Molte persone trovano conforto e ispirazione nelle melodie spirituali ascoltate privatamente, creando un legame personale con il divino attraverso l’intimità della musica.
Musica e Ossitocina
Studi scientifici hanno confermato la capacità della musica di influenzare il nostro stato emotivo, suscitando sentimenti come la pace, la serenità, la trascendenza, la nostalgia, la tenerezza. Tutti questi sentimenti sono legati alla spiritualità, al senso di connessione con gli altri o la vita. Questo fenomeno può essere attribuito al fatto che l’ascolto di musica stimola il rilascio di ossitocina.
Così, numerosi studi scientifici hanno esplorato l’interazione tra musica e ossitocina, rivelando un quadro affascinante di come l’ascolto attivo possa influenzare la nostra fisiologia e il nostro comportamento sociale. Uno studio condotto da Huron e Margulis (2010) ha esaminato gli effetti dell’ascolto di musica su un gruppo di partecipanti, scoprendo che determinate esperienze musicali possono attivare il sistema neuroendocrino, incluso il rilascio di ossitocina.
Ma come esattamente la musica stimola il rilascio di questo potente ormone? La ricerca di Blood e Zatorre (2001) ha dimostrato che l’ascolto di musica (con determinate caratteristiche) attiva le stesse regioni cerebrali coinvolte nella risposta all’ossitocina, creando un’esperienza di connessione emotiva e sociale.
Uno degli aspetti più affascinanti di questo fenomeno è la sua universalità. Gli effetti benefici dell’ascolto musicale sul rilascio di ossitocina sono stati osservati in diverse culture e contesti, dimostrando che la musica ha il potere di unire le persone attraverso un linguaggio emotivo condiviso (Freeman, 2000).
Ma non è solo l’ascolto di musica a suscitare questa risposta. Studi condotti da Koelsch e colleghi (2016) hanno rilevato che anche la partecipazione attiva alla creazione musicale, come il canto o il suonare uno strumento, può aumentare i livelli di ossitocina, suggerendo che il coinvolgimento diretto con la musica può amplificare i suoi benefici emotivi.
Oltre al suo impatto sul benessere individuale, l’effetto della musica sull’ossitocina ha importanti implicazioni per la salute sociale e il legame sociale. Ricerche condotte da Tarr e Launay (2014) hanno evidenziato che l’ascolto di musica condivisa in contesti sociali può favorire la coesione di gruppo e promuovere la fiducia reciproca, sottolineando il ruolo cruciale della musica come catalizzatore per la costruzione di relazioni positive.
Cos’è l’Ossitocina?
Nel vasto panorama delle neuroscienze e della spiritualità, c’è un piccolo messaggero chimico che gioca un ruolo sottile ma straordinario: l’ossitocina.
Comunemente nota come “l’ormone dell’amore” o “l’ormone del legame”, l’ossitocina ha attirato l’attenzione degli scienziati per la sua influenza non solo sui legami sociali, ma anche sulla nostra percezione più profonda della spiritualità.
Per comprendere appieno l’influenza dell’ossitocina sulla nostra esperienza spirituale, è fondamentale gettare uno sguardo alla sua essenza biologica.
L’ossitocina è un composto peptidico composto da nove amminoacidi. La sua produzione avviene nell’ipotalamo, una piccola regione cerebrale, e successivamente viene rilasciata nella neuroipofisi. Le sue funzioni vanno ben oltre l’ambito fisico, influenzando significativamente la psicologia umana. Sebbene l’ossitocina agisca principalmente sull’utero e sulla mammella, il suo impatto si estende a livello biologico e psicologico. Questa sostanza svolge un ruolo chiave nella regolazione dei comportamenti sociali, sessuali e materni sia negli esseri umani che negli animali. Nel contesto biologico, l’ossitocina è nota per stimolare il parto, facilitando le contrazioni uterine durante il travaglio e favorendo l’allattamento attraverso la contrazione delle cellule muscolari mammarie.
Tuttavia, ciò che rende l’ossitocina particolarmente affascinante è la sua connessione con le emozioni umane, la formazione dei legami e la cognizione sociale. Questa molecola gioca un ruolo essenziale nel regolare le dinamiche emotive, contribuendo alla creazione di legami affettivi e influenzando la nostra capacità di comprendere e interagire con gli altri a livello sociale.
Mentre il legame dell’ossitocina con le relazioni umane è ben documentato, emerge un’affascinante connessione tra questa sostanza chimica e la spiritualità. Studi scientifici hanno suggerito che livelli più elevati di ossitocina possono influenzare positivamente la percezione individuale della spiritualità e della connessione con il divino. Ma in che modo questo ormone del legame può aprirci a esperienze spirituali più profonde?
Ossitocina e Meditazione: i legami tra l’Ormone dell’Amore e la Dimensione Spirituale
Nel tentativo di svelare i misteri della connessione tra l’ossitocina, l’ormone dell’amore, e la nostra percezione spirituale, alcuni ricercatori hanno condotto diversi esperimenti.
Attraverso metodologie e analisi dettagliate, il team di Patty Van Cappellen, Baldwin M. Way, Suzannah F. Isgett e Barbara L. Fredrickson ha gettato luce sulla sottile intersezione tra chimica cerebrale e dimensioni spirituali durante la pratica della meditazione.
Immergiamoci nei dettagli di questi esperimenti, dove l’ossitocina ha assunto il ruolo di protagonista nella ricerca di una comprensione più profonda della nostra esperienza interiore.
Lo studio, pubblicato su Social Cognitive and Affective Neuroscience si propone di esplorare in che modo l’ossitocina, un ormone noto per il suo ruolo nei legami sociali e nelle emozioni, influisca sulla dimensione spirituale e sulle risposte emotive durante la pratica della meditazione; negli uomini. L’ossitocina è comunemente associata a comportamenti sociali e materni, ma il suo impatto sulla spiritualità è meno studiato, sopratutto nella popolazione maschile.
I ricercatori hanno adottato un approccio metodologico rigoroso, utilizzando un disegno sperimentale controllato. In prima fase, hanno reclutato partecipanti di sesso maschile volontari e assegnato casualmente alcuni di loro al gruppo sperimentale, che ha ricevuto la somministrazione di ossitocina, mentre altri sono stati assegnati al gruppo di controllo, ricevendo un placebo o un trattamento inerte.
I partecipanti hanno risposto inizialmente a dei questionari sulla loro spiritualità e stato emotivo . Successivamente, è stata somministrata l’ossitocina o il placebo in modo cieco, garantendo che né i partecipanti né gli sperimentatori fossero a conoscenza delle condizioni di trattamento.
Successivamente è stata svolta una sessione di meditazione, durante la quale sono stati registrati diversi parametri, tra cui le risposte emotive attraverso la valutazione di espressioni facciali, la misurazione della frequenza cardiaca e la raccolta di dati elettroencefalografici (EEG) per esaminare le attività cerebrali correlate alla spiritualità.
Dopo la meditazione, i partecipanti hanno completato nuovamente i questionari per valutare eventuali cambiamenti nelle loro esperienze spirituali e risposte emotive.
I partecipanti ai quali è stata somministrata l’ossitocina hanno riportato un aumento della rilevanza della spiritualità rispetto a coloro che avevano ricevuto un placebo. Hanno inoltre manifestato una maggiore percezione di significato legata all’esistenza e una connessione più profonda con gli altri. Hanno dato punteggi più alti alle affermazioni: «Tutti i viventi sono interconnessi»: e «Esiste un piano superiore di coscienza o spiritualità che lega tutte le persone».
In particolare durante le sessioni di meditazione, hanno mostrato chiare sensazioni di gratitudine, speranza, ispirazione e serenità. Questi risultati suggeriscono che l’assunzione di ossitocina potrebbe influenzare positivamente la percezione e l’esperienza della spiritualità, indipendentemente dall’adesione religiosa specifica, portando a una maggiore connessione emotiva e ad un arricchimento delle esperienze durante la meditazione.
Tuttavia, i risultati dell’ossitocina non hanno mostrato un impatto uniforme su tutti i partecipanti. Gli effetti sull’esperienza spirituale sono risultati più pronunciati nelle persone portatrici di una specifica variante del gene CD38, responsabile della regolazione del rilascio di ossitocina da parte dei neuroni cerebrali nell’ipotalamo.
Patty Van Cappellen ha sottolineato in conclusione la necessità di evitare generalizzazioni troppo rapide basate su questi dati, considerando che la spiritualità stessa è un concetto complesso. «La spiritualità è complessa e influenzata da molti fattori. Comunque l’ossitocina sembra influire sul modo in cui percepiamo il mondo e su ciò che crediamo».
Conclusioni
In conclusione, la ricerca scientifica ha confermato ciò che molti di noi hanno sempre intuito: la musica è molto più di una semplice forma di intrattenimento. Attraverso il suo potente impatto sul rilascio di ossitocina, la musica ci connette profondamente con le nostre emozioni e con gli altri, offrendoci un prezioso strumento per il benessere emotivo e la coesione sociale. Quindi, la prossima volta che ti immergi nelle dolci note di una melodia, ricorda che stai sperimentando non solo un piacere uditivo, ma anche un’autentica esperienza di connessione.
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